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Vite straordinarie: trecento kurdi fra uomini donne e bambini


Domenico Lucano, il politico calabrese, è oggi nella classifica dei “potenti” di Fortune, insieme a Bergoglio, Merkel, Bono degli U2. Ed è l’unico italiano. A dicembre vi avevamo raccontato la sua storia nelle pagine del nostro magazine Itaca.

Primo luglio 1998, Calabria ionica, una costa tra le più belle, mare smeraldino e candore della pietra che sembra Grecia. Riace è un paese che conta una manciata di anime, per la precisione 800, arroccato sulla costa ionica fronte mare. E’ collocato su una delle regioni italiane meno sviluppate. Mano d’opera a basso costo, edilizia selvaggia, colate di cemento, campo libero per le mafie. Di Mariapaola Modestini.

Riace un paese quasi estinto, con attività commerciali che hanno chiuso i battenti.
Domenico Lucano, detto Mimmo, è un professore di chimica all’istituto tecnico della vicina Roccella Jonica. Era appunto il primo luglio del 1998 quando i primi 300 kurdi tra donne uomini e bambini, sbarcarono sulle coste di Riace. La prima destinazione temporanea è la Casa del pellegrino che sorge vicino al santuario di San Cosimo e Damiano, a due chilometri da Riace, luogo dove ogni fine settembre si riuniscono i rom di Calabria e Sicilia. Una festa che da decenni lega Rom ed abitanti di Riace, in nome di un destino comune segnato dall’emigrazione. Ed è qui su questa terra di migranti che vengono accolti i 300 kurdi scappati dalle persecuzioni. Gli occhi di Mimmo Lucano incontrano quelli di questa moltitudine colorata, e capisce che loro sarebbero stati la salvezza di Riace. Passa l’estate tra casa sua e il santuario, si immerge nella loro cultura, li conosce e riconosce in loro le sue stesse radici. Diventa amico dei migranti che gli danno il nomignolo di Mimmo il Kurdo, uno di loro. I kurdi dicono a Mimmo che Riace è come il Kurdistan, deserta, solo che non ci sono state guerre, per Mimmo è una frustata. Riace è vuota le scuole chiudono, così come gli esercizi commerciali. E se quel popolo colorato venuto dal mare la ripopolasse? – Se si trasformassero in artigiani, commercianti e rianimassero un’economia morta?
Nel 2004 Mimmo il curdo si candida alle elezioni comunali a capo di una lista civica con un programma semplice: “trasformiamo i rifugiati politici ed i migranti in cittadini di Riace” e vince.
Rintraccia a Napoli e a Roma i discendenti dei latifondisti di Riace, gli chiede di cedere i palazzi in disuso, decadenti, e le vecchie cantine, ad un prezzo politico. Qualcuno accetta ed offre i propri beni al Comune ad un prezzo simbolico di un euro al mese. Banca etica finanzia la ristrutturazione, il Viminale iscrive Riace al programma SPRAR (sistema protezione rifugiati richiedenti asilo) ed arrivano nelle casse del comune di Riace 20 euro al giorno a testa per rifugiato, da sottolineare che i centri di identificazione ed espulsione dove gli immigrati rimangono anche sei mesi, costano ai contribuenti 120 euro al giorno per immigrato.
Riace ottiene in tutto 120mila euro dal Viminale, piccole cifre con le quali però Mimmo il Kurdo risolleva l’economia di questo piccolo paese. Le vecchie cantine abbandonate si trasformano in laboratori artigiani.
Le scuole riaprono, riaprono gli esercizi commerciali, i bar i ristoranti, rientrano i riacesi andati al nord per lavorare, rientrano a lavorare con i migranti, e l’economia di Riace rinasce.
Il modello proposto da Mimmo il Kurdo funziona così bene che il prefetto che coordina il piano SPRAR decide di allargare l’esperimento ai comuni confinanti, altri 180 immigrati vengono a popolare altri due comuni fantasma, Mimmo il Kurdo costruisce una formula di economia alternativa, e funziona. 
I palazzi nobiliari in abbandono si trasformano in alberghi diffusi, viene attivata la raccolta differenziata con due asini governati da una coppia di eritrei che raccolgono carta, plastica, vetro porta a porta.
Il progetto di microeconomia locale di Mimmo, è il manifesto di tutto ciò che è politicamente e socialmente corretto. Questo piccolo eroe delle terre della ‘ndrangheta ha cambiato radicalmente la cultura e la politica di un pezzo di Italia.

Postilla: nell’ottobre del 2011, il regista tedesco Wim Wenders decide di girare un cortometraggio sull’esperienza di Riace e di Mimmo il Kurdo. Il cortometraggio ha come titolo “Il Volo” perfetta sintesi di una storia di rinascita possibile.