Per i nostri ospiti delle nostre strutture terapeutiche operiamo percorsi “sartoriali”, con obiettivi a breve termine che vanno a costruire un progetto a lungo periodo.
Sin dalle origini abbiamo cancellato i modelli clinici, ribaltato il paradigma su cui si sono sempre mosse le Comunità di recupero tradizionali.
Il nostro modello è non avere un metodo, cioè non applicare agli ospiti schemi standardizzati, ma studiare percorsi terapeutici che riflettano l’unicità di ciascuno.
Anche dal punto di vista organizzativo la differenza con gli approcci tradizionali è marcata.
Gli ospiti, infatti, non sono raccolti in un unico luogo, ma suddivisi in diversi piccoli centri, ciascuno con ospiti dalla fragilità differente, che danno vita ad una comunità diffusa.
Ci sono strutture che accolgono tossicodipendenti maggiorenni, mamme tossicodipendenti con figli, tossicodipendenti con problemi psichiatrici, ma anche programmi di semiresidenzialità e sportelli per persone affette da Gioco d’Azzardo Patologico e dipendenti dalle nuove tecnologie. Il motivo è semplice: siamo tutti diversi e abbiamo bisogno di cose diverse.