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UNGASS 2016, “Diplomazia o negazionismo?”

L’IDPC fornisce un’analisi delle discussioni e delle manifestazioni della società civile dell’appuntamento che si è svolto lo scorso aprile a New York.

Riportiamo alcuni stralci delle conclusioni:
“UNGASS sul problema mondiale della droga è stato un grande momento per il movimento di riforma politica sulle droghe. Ma, più in generale, è stato anche un grande momento per il sistema di controllo internazionale della droga che continua ad affrontare un periodo di disordini e transizione.
[…] Un documento finale che è sceso ben al di sotto delle aspettative di una valutazione aperta e onesta di ciò che funziona e di ciò che non funziona.
Eppure entrambi i lati del dibattito sembrava provenire dai negoziati con sentimenti misti ed un senso di frustrazione il che dimostra che entrambi sono dovuti arretrare.
[…] UNGASS è stato più evolutivo che rivoluzionario – ponendo le basi per futuri dibattiti, piuttosto che essere l’atto principale. Anche se coloro che hanno costruito le aspettative per il 2016 come la fine della “guerra alla droga” possano essere stati delusi man mano, l’incontro e i dibattiti non rappresentano progressi tangibili.
[…] Nel suo discorso di chiusura, il Presidente dell’Assemblea Generale ha ringraziato i partecipanti per un “processo veramente storico” e ha dichiarato che “Con la vostra esperienza e competenza, si è portato a casa per noi l’immenso costo umano di questo problema e anzi, allo stesso tempo, dell’approccio che dobbiamo adottare per affrontarlo”. Ha anche riconosciuto che le popolazioni affette “hanno bisogno di interventi che hanno dimostrato di funzionare e forse altrettanto importante: hanno bisogno di onestà riguardo coloro che hanno fallito”.”