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Respingimenti di Goro e Gorino, dal CNCA la dichiarazione di Don Zappolini

“I ‘respingimenti’ di Gorino e Goro lasciano esterrefatti, ma confermano un dato che è sempre più evidente: l’ordinarietà, la ‘normalità’ della xenofobia nel nostro Paese. Nei due paesini del Ferrarese si è arrivati alla rivolta, con tanto di barricate, per non accogliere un piccolo gruppo di donne e bambini che difficilmente avrebbero messo in crisi la vita delle due collettività. È il segno che, in una parte consistente della popolazione, il rifiuto dell’altro, tanto più se debole, è ormai un riflesso condizionato, che prescinde da ogni considerazione razionale oltre che etica. Non v’è dubbio che, per arrivare a questo punto, abbiano giocato un ruolo essenziale forze politiche e organi di stampa che hanno puntato massicciamente sulle paure e i risentimenti delle persone. Tuttavia, dobbiamo anche riconoscere che stenta a svilupparsi in Italia e in tutta Europa una visione alternativa, rispettosa dell’umanità e dei diritti delle persone migranti, che sia in grado di contrastare derive assai pericolose per la stessa democrazia. La ‘giungla’ di Calais, il suo sgombero e il muro che si sta costruendo, stanno lì a dimostrarlo come un monito per tutti coloro che hanno a cuore una pacifica convivenza. Il CNCA sente questo obiettivo come prioritario e si sta organizzando per essere ancora più efficace e presente su questo fronte.

Come presidente del CNCA, mi domando come si fa a rifiutare mamme e figli e poi chiedere allo stato, giustamente, un aiuto per le famiglie e i minori, per i quali non esistono tuttora politiche e stanziamenti adeguati. Come prete, mi auguro davvero che –tra coloro che hanno manifestato a Gorino e Goro – non vi siano cristiani: avrebbero smarrito del tutto il senso più profondo del Vangelo.”