Il decreto per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) del 2014 ha imposto la chiusura delle sette strutture italiane a favore di Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS).
Gli Opg nascono a metà degli Anni ‘70 in alternativa ai settantasei manicomi presenti in Italia e sorti negli anni ’30. Trattasi di strutture atte ad accogliere soggetti con disturbi mentali che abbiano commesso reati, con gli obiettivi di ridurre la pericolosità sociale ed attuare le necessarie esigenze di cura in attesa dello sconto della pena.
Ma negli anni, la temporaneità degli Opg è divenuta stabilità. Molti dei soggetti dimissibili infatti, sono rimasti internati ed è stata prorogata loro la pena a causa di mancanza di progetti terapeutici, comunità di accoglienza adatte ad ospitarli o servizi territoriali che li prendessero in carico.
Con il nuovo decreto si passa “dalla gestione dello Stato alla gestione delle regioni”. A differenza degli Opg infatti, la cui gestione era affidata all’amministrazione Penitenziaria e al Ministero della giustizia, le Rems sono affidate alla Sanità Regionale, in collaborazione con il Ministero della Giustizia.
Secondo questo decreto, ogni regione deve possedere almeno una di queste strutture cosi da farsi carico dei propri detenuti con l’obiettivo che le collaborazioni con i Servizi del territorio favoriscano il reinserimento sociale dei soggetti dimissibili e dimessi.
STOP OPG ha visitato le due Rems in Emilia Romagna, quella di Casale dei Mezzani a Parma e la Casa degli Svizzeri a Bologna. Il report conferma il rispetto delle procedure di dimissioni dei soggetti dimissibili e la strutturazione di progetti terapeutici riabilitativi individuali al fine del reinserimento dei soggetti in società. La Regione Emilia cosi facendo rispetta inoltre il principio di territorialità dei propri detenuti e quello del reinserimento, proponendo attività all’esterno compatibili con i permessi rilasciati dall’attività giudiziaria e superando i limiti di una struttura chiusa che invece si va pian piano fondendo con il territorio e con la comunità circostante. Inoltre, in entrambe le strutture non si pratica la contenzione e si ricorre al TSO solo nei casi più gravi.