“Fare nesso è collegare, è tessere perché da quando nasce a quando muore l’uomo cuce, annoda, collega questi fili che io chiamo fili adottivi, e questi fili sono proprio il nesso”
Nessi, barbarie, barriere. Questi i temi dell’Assemblea Nazionale organizzata dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza CNCA, che si è tenuta a Spello lo scorso week end. Barbarie, spesso mosse dal senso di razzismo, esclusione sociale, rifiuto del prossimo, violenza e povertà. Argomenti più che mai attuali nella nostra società.
L’assemblea si è aperta giovedi 8 Ottobre con l’accoglienza di Don Armando Zappaloni, Presidente del CNCA. I rappresentanti delle cooperative di tutta Italia sono stati accolti presso il centro Polivalente Ca’ Rapillo in cui gli interventi si sono succeduti spaziando dalle visioni teologiche che chiedono un cambiamento di logica in tutti noi, a quelle antropologiche che hanno ripercorso il cammino storico di una società che muta, fino ai rapporti del Censis su crisi e post crisi con relative trasformazioni sociali.
Nella serata la proiezione del film “la trattativa – Stato Mafia” di Sabina Guzzanti, incentrato sulle inchieste delle procure di Palermo e Caltanissetta e sui contatti tra le autorità statali e Cosa Nostra nel 1992 e nel 1993. Un film poco pubblicizzato, che è entrato nelle sale cinematografiche per una sola settimana, forse volutamente ostacolato all’opinione pubblica, come afferma la stessa regista, arrivata alla fine della proiezione per commentare e rispondere alle domande del pubblico. Nel documentario la Guzzanti si assume il rischio di far nomi e cognomi, di riportare date e circostanze, di narrare i fatti, con l’abilità giornalistiche che questa volta non le sono costate nessuna querela. Lasciando negli animi la forza e la voglia di non tacere, di andare avanti e non fermarsi, superare la paura.
Nella giornata di Venerdi si sono aperti i lavori suddivisi in tre cantieri, la Coop. Ama Aquilone ha partecipato al tema “fragilità, vulnerabilità e processi di marginalizzazione in atto” in cui si sono alternati relatori ad esponenti di varie realtà cooperative.
Si è spiegato come le fragilità attuali siano collegate al crollo delle finanze e tutti gli eventi a lui conseguiti e connessi che hanno pian piano fatto venir meno i bisogni primari creando una classe sociale che non riesce a soddisfarli. Le persone che fanno parte di questa classe sociale rappresentano le nuove estreme marginalità che, a seguito di cambiamenti e crisi, sono soggette ad esclusione sociale. La strategia 2020 adottata dell’Unione Europea è quella di destinare il 20% delle risorse del Fondo Sociale Europeo alle politiche di inclusione sociale. Gli obiettivi primari sono quelli di eliminare la povertà infantile, promuovere l’inclusione attiva nella società e nel mercato del lavoro, fornire condizioni abitative a tutti, superare la discriminazione ed incentivare l’integrazione. Lo scopo è ridurre, entro il 2020 i circa 2,2 milioni di persone che vivono in condizioni di povertà o di esclusione sociale.
La relazione sulle povertà rurali della Caritas sottolinea come prima della crisi economica il modello di povertà coinvolgeva famiglie numerose, anziani, le zone del mezzogiorno e i nuclei dove il capofamiglia era senza lavoro. Oggi invece si aggiungono nuove problematiche: aumenta l’incidenza della povertà del mezzogiorno ma risulta più alta anche nel centro e nel nord Italia, l’età media si abbassa e i giovani vengono esclusi dal mondo del lavoro. Solo nel 2014 la Caritas ha intercettato oltre 170 mila persone, tra stranieri, donne, coniugati e disoccupati. Il disagio si concentra prevalentemente su una mancanza di tipo materiale (abitazione, cibo), economica e sull’assenza e necessità di un’occupazione.
Inoltre, in questo nuovo scenario fa la sua comparsa una vulnerabilità inedita: i padri separati, che mostrano i bisogni di un alloggio, di una struttura adeguata dove incontrare i propri figli e la necessità di ritrovare se stessi dopo lo sconvolgimento della separazione e il disagio psicologico sperimentato. Questo tipo di nuova vulnerabilità si va ad aggiungere ad una già consolidata, quella delle donne separate.
Nel complesso di vecchie e nuove fragilità, vulnerabilità e marginalizzazione, si pone l’accento sulle “life skills”, ovvero l’insieme di abilità e capacità che permettono comportamenti versatili di fronte alle difficoltà della vita e con le quali si possono affrontare richieste e difficoltà quotidiane. Oggi ci troviamo non solo di fronte ad una povertà di tipo economico ma soprattutto davanti ad una povertà di competenza simbolica, ed è per questo che bisogna far riemergere certe capacità, come ad esempio la creatività.
D.Winnicott individuava tre universali della sanità psichica: gioco, creatività e speranza.
La speranza intesa non come l’attesa ma bensì come spinta (radice etimologica spes = speed).
Ricordandosi che , se “il cervello umano si sviluppa nella mancanza”, la povertà può divenire risorsa.
Al termine dei tre cantieri, i Coordinatori si sono riuniti per stilare un resoconto delle esperienze, poi dibattuto sabato mattina con l’ultimo appuntamento dal titolo “raccogliere tracce e strumenti per generare sociale”.
Seguita, nella serata di venerdi 9 Ottobre, una cena conviviale con la presenza di Jacopo Fo.
Un’assemblea che ha permesso il confronto, la discussione e l’analisi attraverso competenze ed esperienze diverse, il tutto finalizzato alla creazione di nuovi modelli di sviluppo per far fronte alle nuove emergenze e ai cambiamenti sociali. Un evento ben organizzato dove, come sempre, a farla da padrone è stata un’ottima accoglienza, fondamento delle associazioni aderenti al CNCA.