Nel febbraio del 2014 la Fini-Giovanardi è stata bocciata dalla Corte Costituzionale. La legge che equiparava le droghe pesanti a quelle leggere, che considerava il semplice consumatore allo stesso livello dello spacciatore e che inaspriva le condanne prevedendo una pena massima fino a 20 anni anche per il solo possesso di hashish e marijuana, è stata dichiarata incostituzionale.
Nonostante questo, la “cultura” e l’interpretazione delle norme sembrano essere rimaste pressoché le stesse. Ad oggi infatti ancora si fa fatica a non considerare tutte le droghe con lo stesso peso, e difficilmente ci allontaniamo dall’impianto proibizionistico.
La verità è che non esiste “la droga” ma esistono “le droghe”.
In attesa della prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulle droghe UNGASS, prevista (e anticipata) per la primavera del 2016, la Costituzione italiana ha urgenza di riformare il Testo Unico sulle droghe (DPR 309/90) ed avvicinarsi agli altri paesi europei e non. L’Italia non può farsi trovare impreparata a questo appuntamento.
Depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti, misure alternative alla detenzione e programmi di riduzione del danno. Sono i temi della Riforma del Testo unico sulle droghe, la cui versione completa a cura de “La Società della Ragione”, si può trovare al link:
Ed ancora, la proposta di legge per la regolamentazione legale della cannabis depositata alla Camera e al Senato, sempre a cura de “La Società della Ragione” disponibile al link: