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Giornata della memoria: le iniziative ad Ascoli Piceno

Come ogni anno, l’Amministrazione Comunale di Ascoli Piceno celebra il 27 gennaio, giorno in cui gli alleati liberarono il lager di Auschwitz, con un articolato programma di eventi. Michael Urich, rabbino e scrittore polacco, sopravvissuto alla Shoa, sarà ospite della Giornata della Memoria, in ricordo della Shoah e della persecuzione degli ebrei da parte del nazifascismo, con il libro “Il bicchiere mezzo vuoto”.

Come ogni anno istituzioni, enti e associazioni di Ascoli Piceno si impegnano per non spezzare il filo rosso della memoria: ecco gli appuntamenti finora in programma:
Il 24 gennaio alle 17,30 presso il Circolo Cittadino di Ascoli Piceno con il tradizionale “Tè Yiddish” , un incontro rituale con storielle e dolcetti ebraici. Seguirà poi lunedì 25, a partire dalle 10. 30 nella Sala Cola d’Amatrice, la lettura pubblica del romanzo di Primo Levi “Se questo è un uomo”. Il 27 gennaio, la giornata istituzionale, quest’anno si arricchisce di una presenza straordinaria. Arriva da Israele uno degli ultimi sopravvissuti alla tragedia dell’Olocausto, ovvero il rabbino e scrittore Michael Urich, autore del libro appena uscito “Il bicchiere mezzo pieno” che alle 10,30 a Palazzo dei Capitani incontrerà i giovani e gli studenti della città. Il religioso è l’unico della sua famiglia ad essere uscito vivo dal campo di sterminio di Buchenwald.

Alle 15,30 ci sarà la consueta preghiera congiunta nella zona ebraica del cimitero di Ascoli alla presenza del Vescovo Giovanni D’Ercole e del Rabbino Urich mentre la giornata si concluderà alle 20.00 al ristorante “Le Scuderie” con la cena Kosher, ovvero con pietanze cucinate secondo le regole culinarie ebraiche.

Nel 2000, il Parlamento Italiano, con legge 20 luglio 2000, n. 211, ha istituito la “Giornata della Memoria” per ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

“Il bicchiere mezzo vuoto”. Questa è la vera storia di un sopravvissuto alla Shoah, Michael Urich, nato nel 1934 a Ternopol, in Polonia, figlio unico di una famiglia abbiente che, dopo la sua nascita, si trasferì a Varsavia. Nel 1940 tutti gli ebrei della città vennero rinchiusi nel ghetto e nel 1942 le cose precipitarono, la madre scomparve dopo essere uscita di casa per andare al lavoro e il padre dovette fuggire, ma prima di farlo, affidò Michael a una donna polacca, Helena Stachowicz. Nel 1944, a seguito della rivolta di Varsavia, i nazisti procedettero alla deportazione a Buchenwald della cittadinanza polacca. Tra questi la famiglia Stachowicz e così Michael fu trascinato attraverso l’orrore dei campi di concentramento, del carbone, dei vagoni dei treni che attraversavano l’Europa con i loro carichi umani e dei forni crematori… Un’esperienza che merita di essere narrata e conosciuta, in particolare oggi, perché la scomparsa di tante persone non deve essere dimenticata con il passare degli anni, anche se questi creano una patina sulla storia che i più giovani sentono lontana ma che incombe tra le pieghe del presente.