Dopo l’annosa querelle politica e sociale sul finanziamento pubblico ai partiti che proviene dal lontano 1993 col vincente referendum abrogativo che poi sarà aggirato dai tristemente famosi “rimborsi” che hanno riempito talvolta in modo tragicomico i notiziari e dopo testi e disegni di legge sin dal 2011 tra rimbalzi di Camera e Senato, si è arrivati in questi giorni ad adottare il “Testo unico delle leggi concernenti il finanziamento dei partiti e dei movimenti politici e per l’armonizzazione del regime relativo alle detrazioni fiscali”.
Cosa prevede il testo approvato nel Consiglio dei ministri? come ha spiegato Letta, è praticamente identico a quello approvato ad Ottobre dalla Camera.
Dopo le necessarie norme sulla trasparenza e democrazia interna della gestione dei fondi, focalizziamo l’attenzione sulla parte del ddl sul regime delle detrazioni fiscali (qui il testo, vai a pag.17/18 art. 11) delle somme destinate ai partiti politici, poi lo metteremo a confronto con il regime fiscale delle somme destinate alle onlus o ad un qualsiasi ente non profit, senza scopo di lucro, benefico o di ricerca.
AI PARTITI POLITICI
Tetti alle erogazioni di privati e società. Il limite sarà a scalare in maniera graduale per i prossimi 3 anni: la percentuale in base alla capacità di raccolta dei bilanci dei partiti sarà del 15% nel 2014, del 10% nel 2015, e del 5 % nel 2016 .
Dal 2017 il limite alle donazioni si manterrà al regime di 300 mila euro per le persone fisiche e di 200 mila per le persone giuridiche (associazioni, società, fondazioni). I tetti saranno applicati anche alle fideiussioni o altre tipologie di garanzie reali o personali concesse in favore di partiti politici. Per i lasciti mortis causa non vale il tetto dei 300 mila euro.
Detrazioni fiscali. Per quanto riguarda le detrazioni fiscali, il ddl approvato dall’aula della Camera prevede che saranno del 37 % per importi compresi tra 30 euro e 20 mila euro annui e del 26 % per gli importi compresi tra tra 20.001 Euro e 70.000 Euro annui. Detrazioni fiscali del 75%, per importi annui fino a 750 euro, anche per la partecipazione a scuole o corsi di formazione politica promossi e organizzati dai partiti.
Il 2 per mille. A decorrere dall’anno finanziario 2014, con riferimento alle dichiarazioni dei redditi relative al 2013, ciascun contribuente può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di un partito politico che si sia dotato di statuto.
Donazioni ai partiti via sms, (qui il testo, vai a pag.22 art. 13) esenti da Iva: con un emendamento approvato in aula si sancisce “la raccolta di fondi per campagne che promuovano la partecipazione alla vita politica sia attraverso sms o altre applicazioni da telefoni mobili, sia dalle utenze di telefonia fissa attraverso una chiamata in fonda”.
CONFRONTO COL NON PROFIT
Andando a confrontare il regime fiscale delle somme devolute ai partiti con quelle degli enti no profit, si evince che non solo la percentuale di detraibilità dai 20mila euro in su è di gran lunga superiore (37% per i partiti, 26% per il non profit) ma per il non profit è previsto un tetto massimo di 2.065 Euro mentre per i partiti è previsto 10 volte tanto. Oltre questa cifra, niente detrazioni.
In poche parole, 20mila euro donati a un partito valgono detrazioni fino a 6.500 Euro, se invece donati, ad esempio, ad una qualsiasi associazione impegnata nella lotta contro una malattia rara, valgono solo 542 Euro di sgravi fiscali.
Questo già la dovrebbe dire lunga sulle spalle di chi graveranno parte dei finanziamenti ai partiti, ma c’è altro:
Ai vantaggi sulla detraibilità si aggiungono quelli del 2 per mille per decreto e senza tetto, e questo proprio nel giorno in cui si sancisce che il 5 per mille al non profit varrà solo il 4 per mille per il tetto di spesa fissato a 400 milioni.
La differenza prevista di introiti, che in questo caso potremmo chiamare senza tema di smentita una vera e propria “distrazione di denaro” a danno degli enti non profit, ammonterà a quasi 300 milioni di Euro, forse proprio quelli che servono al nuovo finanziamento dei partiti.
Infine; il ddl concede per decreto, di “organizzarsi” per la raccolta fondi tramite sms per progetti promossi dai partiti. Sms che d’ora in poi saranno più facili da confondere con gli Sms solidali. (Immaginatevi un partito che promuove il finanziamento ad un suo progetto tramite raccolta sms o telefonia)
Oltre alla valanga di gestori telefonici e venditori di nuovi contratti di fornitura di energia che ogni giorno ci chiamano dai call center cercando di convincerci che la loro tariffa è migliore, saremo contattati contattati anche dalle segreterie in cerca di adesioni, versamenti e sms?
Non lo so, spero di no. Dovesse accadere, concedetemelo, quando l’operatore mi avviserà che la registrazione della telefonata da tal momento sarà registrata per la mia adesione, avrò pronto cosa dire.
Amilcare Caselli