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Cannabis: audizioni presso la Commissione Giustizia della Camera

Molti gli interventi che hanno rappresentato un vero passo avanti riguardo le proposte di Legge sulla legalizzazione della coltivazione e vendita della cannabis.

Fra i più interessanti quello proposto dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, che esprime il proprio “parere positivo per tutte le leggi che mirano a legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati”.
Riportiamo alcuni dei passi più significativi.
“Il traffico di stupefacenti – compreso quello della cannabis – alimenta e moltiplica le risorse finanziarie delle organizzazioni di tipo mafioso(nazionali e non) e dunque, fra l’altro, la loro capacità di condizionamento ed inquinamento dell’economia legale; una fondamentale area di produzione della cannabis, quella afgana, è controllata da gruppi fondamentalisti e terroristi. Il che equivale a dire che la produzione di cannabis è una delle fonti di finanziamento del terrorismo”.

“Prima di tutto, deve chiarirsi che azione di contrasto efficace, almeno per questo Ufficio, non è quella che tende al contenimento del fenomeno”.

“Impegniamo, sul fronte repressivo per il fenomeno cannabis, sulla base dei numeri che abbiamo fornito, circa la metà delle forze che abbiamo a disposizione sul campo per contrastare, complessivamente, il narcotraffico ed i connessi gravissimi fenomeni di riciclaggio”.

La legalizzazione, se correttamente attuata, potrebbe portare: “1) ad una rilevante liberazione di risorse umane e finanziarie in diversi comparti della Pubblica Amministrazione (FFOO, polizia Penitenziaria, funzionari di Prefettura, ecc.); 2) ad una ancora più importante liberazione di risorse nel settore della Giustizia, dove sono decine di migliaia i procedimenti penali che richiedono l’impegno di Magistrati, Cancellieri ed Ufficiali Giudiziari, con risultati spesso del tutto inconcludenti in quanto vengono irrogate sanzioni che rimangono sulla carta; 3) ad una perdita secca di importanti risorse finanziarie per lo Stato, attraverso la riscossione delle accise; 5) al prosciugamento, in una più ampia prospettiva di legalizzazione a livello europeo, di risorse economiche e finanziarie per il terrorismo integralista che controlla la produzione Afgana di cannabis; 6) in conclusione, ad un vero rilancio – attraverso la liberazione e l’acquisizione delle predette risorse – dell’azione strategica di contrasto, che deve mirare ad incidere sugli aspetti (davvero intollerabili) di aggressione e minaccia che il narcotraffico porta sia alla salute pubblica (attraverso la diffusione di droghe pesanti e sintetiche) che all’economia ed alla libera concorrenza (attraverso il riciclaggio)”.