Skip to main content
Vuoi entrare a far parte del nostro team, inviaci la tua candidatura
CHIEDI AIUTO

Un decennio di numeri e storie che raccontano un cambiamento

Presentato oggi, presso la Bottega del Terzo Settore, il Bilancio sociale 2024 della Cooperativa sociale Ama Aquilone, documento che restituisce un’analisi approfondita dei dati raccolti tra il 2015 e il 2024 all’interno delle proprie strutture residenziali e semiresidenziali nel territorio del Piceno e del Fermano, luoghi di accoglienza per persone che vivono fragilità profonde: dipendenze patologiche, comorbidità psichiatriche, madri tossicodipendenti con figli.

Un decennio di numeri e storie che raccontano un cambiamento. Le “Case” di Ama Aquilone si confermano presìdi di cura e reintegrazione, ma anche osservatori privilegiati delle trasformazioni sociali e sanitarie che investono le nuove fragilità. «Abbiamo voluto leggere in profondità i dati degli ultimi dieci anni non per contare gli ospiti, ma per capire meglio chi sono oggi le persone che varcano le nostre porte – afferma la Presidente Mariapaola Modestini – Le trasformazioni sociali, le nuove dipendenze, la crescente complessità dei bisogni ci chiedono di rimetterci continuamente in discussione, aggiornare i nostri strumenti e, soprattutto, rinnovare ogni giorno il nostro sguardo sulla possibilità di riscatto».

I principali trend del decennio, esposti da Fabio Mariani, responsabile area progetti, e da Riccardo Cicchi, responsabile area marketing e comunicazione, entrambi redattori del Bilancio sociale:

  • Cambia il profilo demografico: nel 2024, l’84% degli ospiti è di sesso maschile, contro il 72% del 2015. L’età media è salita da 35 a 40 anni. La fragilità tende quindi a cronicizzarsi e a manifestarsi più tardi nel corso della vita.
  • La provenienza resta territoriale: gli ospiti provenienti dalla Regione Marche rappresentano il 48% nel 2024, confermando una costante centralità del legame con il territorio.
  • Sempre più soli: cresce la quota di celibi/nubili (dal 62% al 72%), mentre resta relativamente stabile il sostegno della famiglia d’origine (80% nel 2024).
  • Istruzione bassa e disoccupazione alta: il 63% degli ospiti ha al massimo la licenza media e l’88% è disoccupato, dati che confermano la necessità di percorsi personalizzati di reinserimento socio-lavorativo.

Dipendenze: meno eroina, più cocaina e polidipendenza

Uno dei dati più significativi riguarda la trasformazione nelle sostanze d’abuso:

  • Nel 2015, il 73% degli ospiti faceva uso primario di eroina; nel 2024, il primato è della cocaina (43%): questo evidenzia un significativo ampliamento dello spettro delle sostanze consumate, dato che, soltanto un anno prima, nel 2015, la sostanza principale rappresentava il 73% della casistica.
  • È esplosa la polidipendenza: il 79% degli ospiti nel 2024 fa uso combinato di più sostanze, contro il 45% di dieci anni fa.

Questa complessità crescente impone un’evoluzione nei modelli terapeutici, che oggi devono affrontare quadri clinici multidimensionali e risposte più flessibili.

Salute mentale e medicalizzazione: una realtà consolidata

  • È in aumento la percentuale di ospiti in trattamento farmacologico psichiatrico (dal 58% al 64%), spesso affiancato all’intervento educativo e terapeutico.
  • Cala invece l’uso di farmaci sostitutivi (dal 69% al 50%), segno di un approccio meno centrato sul mantenimento e più orientato al recupero.

Esiti terapeutici: più stabilità, meno drop-out

Nel 2024, per la prima volta, il numero di ospiti che conclude positivamente il programma (51%) supera quello di chi lo abbandona (drop-out). Una svolta significativa, a testimonianza della maggiore efficacia dei percorsi personalizzati e del lavoro di équipe multidisciplinari.

L’analisi degli esiti rivela alcune correlazioni rilevanti:

  • I polidipendenti hanno un tasso di abbandono doppio rispetto ai monodipendenti.
  • I giovani (18-24 anni) completano meno frequentemente il percorso, segno di una maggiore instabilità.
  • Gli over 55, pur rappresentando una minoranza, mostrano un’ottima aderenza al programma.
  • Chi è in libertà ha tassi di drop-out più alti rispetto a chi è in affidamento giudiziario, indicando un maggiore bisogno di contenimento esterno per garantire la stabilità del percorso.

«La dipendenza patologica è un problema “sotto soglia” – afferma Fabiana Faiella, medico e psichiatra del SerD Ascoli Piceno, intervenuta alla presentazione – Ma il dialogo tra pubblico e privato ha fatto sì che si possano elaborare strategie di trattamento efficaci».